Di la verità, anche tu inserisci la rivalsa Inps perché il tuo commercialista ti ha detto che si fa così, ma in fondo ti chiedi che cos’è e perché va inserita?
Ti vedo che stai annuendo, con quell’espressione sul viso di chi sta pensando: “Mannaggia, come hai fatto a capirlo?! È così tanto evidente?”.
Tranquillo, resterà il nostro piccolo segreto, ma ti voglio dare qualche info utile per toglierti un po’ della nebbia che hai sull’argomento.
Che cos’è la Rivalsa Inps?
È una maggiorazione che va applicata ai compensi lordi fatturati dai titolari di partita iva iscritti alla Gestione Separata.
Si evince quindi, che non tutti i titolari di partita iva hanno la facoltà di maggiorare i loro compensi, ma SOLO quelli “senza cassa o Ente di riferimento”, cioè quelli iscritti alla Gestione Separata.
Tale percentuale (fino ad un massimo del 4%) non è nient’altro che una parte dei contributi che il professionista dovrà versare, e che PUO’ (e non DEVE) addebitare in fattura.
Pertanto, l’addebito in fattura è FACOLTATIVO, anche se molto consigliato.
Nel caso in cui (come credo) tu voglia avvalerti di tale facoltà, ti consiglio di avvertire il cliente in fase di trattativa. Ti eviterà spiacevoli incomprensioni.
Attenzione!!
La Rivalsa Inps applicata in fattura, va ad aumentare il reddito imponibile. Di fatto è una maggiorazione del compenso, e differisce dai contributi deducibili.
“Ma all’atto pratico, come si applica?”
La formula è la seguente:
Compenso lordo
+ 4% (del compenso lordo)
+ Iva 22% (calcolata su compenso+ rivalsa Inps)
– 20% di Ritenuta d’acconto (calcolata sul compenso lordo);
Per i contribuenti in Regime Forfettario, è un po’ più semplice, in quanto esonerati dall’applicazione dell’iva e della ritenuta d’acconto.
Compenso lordo
+ 4% (del compenso lordo)
+ Marca da bollo di 2€ (nel caso in cui il compenso fosse maggiore di 77,47 €).